La Terapia Breve Strategica è un modello di intervento psicologico formalizzato negli anni ’60 a Palo Alto, in California, da pionieri del Mental Research Institute come Paul Watzlawick, John Weakland, Gregory Bateson e Jay Haley. Questo approccio si è poi evoluto, arrivando ai giorni nostri grazie al contributo fondamentale del Professor Giorgio Nardone, che ne è l’attuale massimo rappresentante e sotto la cui guida mi sono formato.
Radici Profonde e Basi Solide
Le origini dell’approccio strategico affondano in realtà molto più indietro nel tempo:
- Antica Grecia: I Sofisti, con figure come Antifonte – considerato da molti il primo psicoterapeuta della storia – curavano i “mali dell’anima” attraverso la parola. La sua fama era tale da generare lunghe liste d’attesa (oggi diremmo che andò in burnout!). Un’eredità che dimostra come l’idea di risolvere i problemi attraverso il dialogo sia antica quanto l’uomo.
- Cina: L’antica “Arte dello Stratagemma” offre intuizioni fondamentali. Uno stratagemma è un espediente per raggiungere un obiettivo o risolvere un problema che non può essere affrontato con la logica lineare ordinaria. È l’intelligenza applicata al superamento delle difficoltà, bypassando la resistenza del problema stesso.
Oltre a queste radici storiche, il modello è saldamente ancorato a solide basi epistemologiche, tra cui la Teoria dei Giochi, il Costruttivismo Radicale, la Cibernetica e la Teoria dei Sistemi. Tutti questi elementi confluiscono e arricchiscono il modello terapeutico rendendolo solido, flessibile ed efficace.
Il Focus sul “Come” Funziona il Problema
Ciò che distingue il metodo strategico è il suo focus non sulle cause del problema, bensì sui fattori che lo mantengono e lo alimentano nel presente, e su cosa fare concretamente per risolverlo.
Un concetto chiave sviluppato dalla Scuola di Palo Alto è la “Tentata Soluzione Disfunzionale”: si tratta di tutte quelle azioni (o pensieri) che una persona mette in atto per risolvere il proprio problema, ma che, paradossalmente, finiscono per mantenerlo o peggio…aggravarlo.
Grazie agli studi e alle osservazioni del Professor Nardone e del suo gruppo di lavoro, è stato evidenziato come per molti problemi psicologici esista una ridondanza in queste tentate soluzioni. Ad esempio, per una fobia (prendiamo quella per i piccioni) le tre principali tentate soluzioni principali sono: l’evitamento (evitare i piccioni), la richiesta di aiuto (farsi accompagnare), e il parlare eccessivamente del problema.
Protocolli di Intervento e Risultati
L’osservazione di queste ridondanze ha permesso di mettere a punto una serie di specifici protocolli terapeutici. Questi protocolli, dopo oltre 35 anni di pratica clinica e migliaia di casi risolti, dimostrano una notevole efficacia.
Un percorso di Terapia Breve Strategica si basa su tre pilastri interconnessi:
- Relazione: Creare un rapporto di fiducia e collaborazione tra terapeuta e paziente.
- Comunicazione: Utilizzare un linguaggio specifico e suggestivo per guidare il paziente verso nuove prospettive.
- Tecnica: Applicare stratagemmi e manovre terapeutiche mirate a bloccare le tentate soluzioni disfunzionali e a sbloccare il problema.
L’obiettivo è che gli effetti degli stratagemmi siano il meno evidenti possibile al paziente, apparendo come movimenti naturali e spontanei del proprio cambiamento interiore – un po’ come “i movimenti del drago che si confondono con le nuvole“, per usare un’immagine evocativa dell’arte dello stratagemma.
La Terapia Breve Strategica non è solo una terapia per superare i problemi, ma un percorso per riscoprire le proprie risorse, imparare a gestire le difficoltà in modo più funzionale e costruire una vita più soddisfacente.
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