Negli ultimi tempi la parola ghosting è entrata, purtroppo, nel linguaggio quotidiano
Il termine deriva dell’inglese “ghost” (fantasma) e indica la rottura unilaterale di una relazione senza spiegazioni
Proprio come un fantasma, si sparisce letteralmente nel nulla, non rispondendo più a chiamate o messaggi e ignorando ogni tentativo di contatto. Questo tipo di separazione è dunque molto violenta e avviene improvvisamente.
Sebbene il temine sia recente, il fenomeno è sempre esistito ma oggi è diventato endemico a causa dell’avvento dei social network e delle app di dating che, se da un lato riescono ad “abbattere” le distanze, dall’altro rendono molto più facile interrompere una conoscenza semplicemente posizionandosi “offline” o cliccando su “unfollow”.
Infatti, tramite le app di incontri possono crearsi molte occasioni per interagire con potenziali partner contemporaneamente (però meno spesso di quanto le app vogliono far credere), spesso totalmente estranei dalla propria cerchia di amici e conoscenze. La “combo” di abbondanza di possibilità e una comunicazione basata sulla distanza possono rendere lo “sparire” una strategia comune soprattutto nel contesto degli incontri online.
Ad esempio, un sondaggio effettuato dal sito di appuntamenti Plenty of Fish ha rilevato che, su un campione di 800 utenti fra i 18 e 33 anni, l’80% di loro dichiara di aver subito ghosting.
Conseguenze del ghosting.
Chi vive una esperienza di ghosting, ovvero chi viene “ghostato”, può provare una sofferenza simile al dolore fisico come avviene in tutte le esperienze di rifiuto.
Oltre al dolore, chi subisce il ghosting riporta di provare un forte senso di inadeguatezza, dato che potrebbe assumersi la colpa di aver fatto sparire l’altro, e questo affossa la sua autostima.
Inoltre, molteplici esperienze di rifiuto possono incrinare la fiducia nelle altre persone, creando quindi un circolo vizioso che può portare all’evitamento relazionale fino alla fobia sociale.
Come superare il ghosting
Le conseguenze menzionate e il senso di tristezza, abbandono, rabbia e colpa, che accompagnano chi viene ghostato possono diventare ostacoli ostici da superare.
La persona vorrebbe ripartire con la sua vita ma si sente come il capitano di una nave con le vele tagliate e i remi rotti, vuole navigare ma non è nelle condizioni di farlo.
Ecco alcune strategie che si possono mettere in pratica per superare questa esperienza
Sposta la responsabilità su chi sparisce
Sparendo dalla relazione senza possibilità di confronto, di ricevere chiarimenti o di risposta agli interrogativi, la persona ghostata comincia a cercare risposte alle domande colpevolizzandosi: “Avrò detto o fatto qualcosa di sbagliato?”, “Non mi sono accorto/a dei messaggi che mi mandava?”, e così via.
Queste domande, che nelle mente di chi se le pone hanno lo scopo di fare luce nella confusione, hanno invece come effetto quello di aumentare i dubbi, abbassare l’autostima e nutrire la paura.
Questi dubbi dopotutto non possono avere una risposta proprio perché chi avrebbe potuto darci una risposta è svanito nel nulla.
Sposta lo sguardo da te alla persona che sparisce, su di lei ricadono le responsabilità di aver chiuso la relazione senza spiegazioni perché non ha trovato il coraggio di affrontare la situazione.
Chi ghosta tenta di evitare di fronteggiare una propria debolezza (vuole evitare un possibile conflitto, non vuole prendersi la responsabilità della chiusura, è immaturo/a o non sa come gestire il possibile dolore altrui).
Canalizza la rabbia
In un primo momento, l’esperienza del ghosting potrebbe suscitare una rabbia enorme che non si sa a chi rivolgere.
La persona può tentare di reprimerla o potrebbe esprimerla, in maniera semi inconsapevole, in contesti non opportuni.
La rabbia è una emozione etica importante che non va repressa ma va fatta defluire per non farla “esplodere” in maniera incontrollata.
Per canalizzare questa emozione in maniera funzionale, puoi scrivere delle “lettere di rabbia” indirizzate alla persona che ti ha ghostato in cui puoi riversare tutte le peggiori ingiurie che ti vengono in mente.
Una volta finito di scrivere la lettera, chiudila senza rileggerla e soprattutto…non spedirla!
Aumenta la socialità
L’autocolpevolizzarsi di quanto accaduto e la paura che questa sofferenza possa presentarsi nuovamente, possono portare la persona ad isolarsi, diminuire la partecipazione a situazioni sociali e diminuire la fiducia nell’altro, facendola rimanere in contatto solo con il proprio dolore.
Quando si è feriti, rifugiarsi all’interno di una torre dove nessuno può farci del male sembra la soluzione ottimale al nostro problema, ma alla lunga l’isolamento non farà altro che confermare la nostra paura degli altri, agendo quindi di conseguenza e rendendoci sempre più soli.
Continuare a coltivare le proprie conoscenze e amicizie velocizza la cicatrizzazione della ferita.