Ti vengono in mente 8 modi diversi di usare una matita?
Probabilmente, come la maggior parte delle persone hai pensato subito a “scrivere” o “disegnare” e poi hai avuto difficoltà…(se non sei John Wick chiaramente ).
Quando attribuiamo determinate proprietà e funzionalità ad un oggetto diventa molto complicato riuscire a vedere altri utilizzi per lo stesso oggetto.
Non solo per gli oggetti, la stessa cosa accade con le emozioni, la valutazione delle persone e tanti altri ambiti della nostra vita.
Questo concetto prende il nome di “fissità funzionale” e rappresenta un pregiudizio cognitivo che limita la nostra percezione della realtà e può essere un ostacolo ai processi di problem solving.
La nostra mente è anche capace di andare oltre la fissità funzionale! La storia che vi propongo va proprio in questa direzione:
Alexander Calandra, professore di fisica alla Washington University, venne chiamato da un collega a dare un parere riguardo la risposta data da uno studente nell’esame di fisica.
Per il docente, lo studente non aveva dato la risposta corretta e quindi avrebbe meritato la bocciatura, mentre, al contrario, lo studente riteneva di aver risposto bene e dunque meritava il massimo dei voti.
L’unica domanda dell’esame era: «Com’è possibile determinare l’altezza di un grattacielo con l’aiuto di un barometro?».
Lo studente rispose:
Basta portare il barometro in cima al grattacielo, legarlo a una corda e lasciarlo andare giù finché non tocca terra, tracciare un segno sulla corda e infine tirare su il barometro; la lunghezza della corda, più la lunghezza del barometro, è pari all’altezza del grattacielo.
In effetti lo studente aveva risposto correttamente, notò Calandra, ma non con il metodo che si aspettava il docente! (ovvero usare il barometro per determinare la differenza di pressione atmosferica tra base e cima dell’edificio).
Calandra propose quindi al collega di dare allo studente una seconda possibilità, concedendogli 5 minuti extra per dare una nuova risposta.
Quasi allo scadere del tempo, lo studente non aveva ancora scritto nulla e, a questo punto, il professore gli chiese se volesse ritirarsi.
Il ragazzo rispose che aveva molte risposte in mente e faceva solo fatica a scegliere la migliore, dopodiché diede la nuova soluzione: portare il barometro in cima al grattacielo, lasciarlo cadere cronometrando il tempo che impiega a schiantarsi al suolo. Quindi, usando la formula S = 1⁄2 g t², calcolare l’altezza dell’edificio.
Lo studente prese il massimo dei voti e, mentre stava andando via, Calandra gli chiese se potesse dirgli le altre risposte a cui aveva pensato.
Lo studente iniziò: «si potrebbe portar fuori il barometro in un giorno di sole e misurarne l’altezza, la lunghezza della sua ombra e la lunghezza dell’ombra del grattacielo. Con una semplice proporzione, si otterrebbe l’altezza desiderata, oppure salire le scale e fare segni sui muri usando il barometro come unità di lunghezza, alla fine conto i segni e otterrò l’altezza del palazzo in unità-barometro. È anche possibile legare il barometro a un filo e usarlo come pendolo per misurare il valore della gravità alla prima alla base del grattacielo e poi sul tetto. Ma ci sono altri modi, forse quello più preciso sarebbe quello di andare dall’amministratore del grattacielo e dirgli…hai visto quanto è bello questo barometro? Se mi dice quanto è alto il grattacielo, glielo regalo!”
A questo punto il professore domandò allo studente se veramente non conoscesse la risposta convenzionale. Il ragazzo rispose così: “certo che la conosco, ma non ne posso più di professori che invece di mostrarmi la struttura del problema, tentano di insegnarmi come devo pensare!”
Ti è piaciuta la storia del barometro e di come è possibile trovare modi creativi di risolvere lo stesso problema andando oltre la fissità funzionale?
E ora…ti vengono in mente 8 modi diversi di usare una matita?